
01A-TRITTICO DI SANTA LIBERATA
18 APRILE 1506
Il trittico casolano ci mostra la giovane santa nel suo candido manto con il fare incredulo e le mani levate al cielo verso la mano di Dio benedicente.
Nei pannelli laterali due angeli su basamenti inscritti restano raccolti in due nicchie sormontate da cupole, mentre sono intenti a sorreggere candela bridorati.
L’iscrizione, suddivisa nei due pannelli laterali, riporta il nome dell’autore e la data di realizzazione: Antonio di Francesco da Fossombrone, 18 aprile 1506.
Nel pannello centrale un’altra scritta ci indica senza alcun dubbio l’identità della santa: SANTA LIBERATA VERGINE E MARTIRE.
Questa la descrizione di Daniele Avanzati che ha curato il restauro del trittico, insieme ad un pool di esperti con la supervisione della Soprintendenza SABAP dell’Abruzzo. L’Avanzati ci informa anche che tutto sommato nel suo complesso il trittico si presentava in un discreto stato conservativo. Una valutazione filologico-stilistica, invece, la dà Corrado Ricci: «L’interessante dipinto prima di noi fu veduto e ricordato da Antonio De Nino e da Emilio Bertaux, ma non descritto nei suoi caratteri stilistici e nemmeno ricercato nel suo autore, quanto meritava».
Quanto poi a quest’arte, per dirla col Bertaux: «Non sarebbe umbra, bensì marchigiana, e più specialmente ancora, ascolana e, più specialmente ancora, crivellesca. Perché è evidente che il nostro pittore, sia pel tipo della Vergine, sia per le ricche stoffe e certe parti ornamentali dorate e in rilievo di stucco, mostra d’aver risentito dell’influsso di Carlo Crivelli, maestro allora dominatore appunto nel Piceno, e d’esser del gruppo di pittori cui appartennero l’Alamanni e Vincenzo Pagani».
Si invitano i visitatori a non oltrepassare il cordone per evitare di innescare l’allarme.