Casoli e la sua Storia

Casoli, secondo gli storici, deve essere considerata la diretta derivazione di Cluviae, capitale della tribù sannita dei Carecini infernantes.

Immagine principale

Descrizione

Divenuta municipio romano nel 310 a.c. ed abitato almeno sino al IV secolo d.c., quando l’arrivo dei barbari costrinse gli abitanti a rifugiarsi sulla vicina collina. Il nome del centro storico arroccato sulla collina deriva proprio dal toponimo romano Casulae che indicava un agglomerato di piccole case posto a guardia di un trafficato asse viario e commerciale tra la montagna ed il mare.

L’insediamento, rientrato nell’alto medioevo nel Gastaldato teatino, si trasformò, per opera dei Longobardi, in un castrum che dalla base della collina arrivava sino alla parte apicale con la Chiesa di Santa Maria Maggiore, la cui fondazione avvenne in quegli anni.
Casoli, che già prima dell’anno Mille aveva assunto una sua identità, dal secolo XI entrò a far parte della contea di Manoppello, passando di volta in volta nel possesso dei diversi feudatari che la detennero come gli Orsini, i Colonna, i Carafa ed i D’Aquino sino all’abolizione della feudalità. Gli Orsini provvidero, sulle rovine dell’originario Castrum, all’edificazione del lato nord del Castello e di una cappella palatina dedicata a Santa Maria Assunta che dopo vari ampliamenti è divenuta l’attuale chiesa parrocchiale di Santa Maria Maggiore. Tra il XV e XVI secolo Casoli struttura il suo assetto urbano di cui restano ancora tracce nella parte alta, un tempo chiusa da mura e vigilata da torri di difesa, con tre porte di accesso al Borgo ovvero Porta Cencio in Piazza del Popolo, Porta da Piedi alla fine di Via Scalelle e Porta Carrozza, probabilmente in Piazza o Largo Rossetti.

L’abitato antico era composto in maggioranza da piccole case ed attraversato da dodici strade interconnesse da vicoli e proprio in quell’epoca la torre medievale fu trasformata in carcere ed incorporata al Castello, dove avevano sede la camera ducale e la corte di giustizia.
I D’Aquino, verso la metà del XVII secolo, ampliarono il castello così da servire anche da residenza nobiliare. Nel secolo XVII, con lo spostamento nel centro urbano degli abitanti delle zone circostanti, si ebbe un forte incremento demografico con il conseguente ampliamento dello stesso centro urbano e la costruzione dei palazzi aristocratici e nobiliari ancora presenti nel centro storico.
Anche Casoli conobbe le vicissitudini del dominio francese e del conseguente fenomeno del brigantaggio sanfedista che culminarono nel 1799 in episodi di saccheggi, atti di ferocia ed efferati delitti.
Con l’annessione al Regno d’Italia Casoli fu interessato da una stagione di crisi sociale ed economica che coinvolse anche l’agricoltura, sino ad allora fiorente, ed indusse molti residenti ad emigrare verso le Americhe.
Nel corso degli anni dal 1940 al 1945 anche Casoli conobbe i drammatici eventi della seconda guerra mondiale e nel suo territorio si scontrarono le truppe tedesche e quelle alleate. A seguito delle leggi razziali promulgate dal regime fascista il 07.09.1938 e dei successivi provvedimenti restrittivi adottati nel 1940 durante il periodo bellico, a Casoli venne attivato dal 1940 al 1944 un campo di internamento per ebrei stranieri ed internati politici slavi, di cui dieci rimasero poi vittime della “Shoah”, con sede presso l’edificio comunale di Via Giuseppe Borrelli e presso il Palazzo Tilli, in Vico del Fiore.

Il 6 novembre 1943 Casoli fu sottoposta ad un bombardamento aereo degli alleati che causò gravi danni anche al prezioso soffitto in legno della Chiesa di Santa Reparata. Il 5 dicembre 1943 nei locali del Castello Ducale Ettore Troilo costituì la formazione partigiana Brigata Maiella che contribuì valorosamente alla liberazione dell’Italia dall’occupazione nazifascista.

Nel dopoguerra Casoli conobbe un nuovo periodo di sviluppo sociale, economico ed urbanistico, al quale contribuì anche la realizzazione del lago artificiale di S. Angelo nel 1958, avvenuta per lo sbarramento del fiume Aventino, allo scopo di alimentare la centrale idroelettrica della A.C.E.A. di Roma, situata nel confinante Comune di Altino.

Pagina aggiornata il 27/08/2024