Adiacente alla Chiesa di Santa Maria Maggiore si trova il Castello Ducale con la sua mole possente e con il puntone pentagonale della Torre che ne costituisce la parte originaria. Realizzata presumibilmente tra la fine dell’XI e l’inizio del XII secolo su un colle a 378 metri sul livello del mare come avamposto fortificato da opere difensive in muratura, la torre aveva dimensioni più ridotte e merlature alte almeno due metri per meglio controllare le valli dei fiumi Aventino e Sangro e contrastare gli attacchi dei popoli nemici, collegata visualmente con la “Torre di Prata”, posto di guardia situato più a valle e presidiato da due cavalieri con una piccola guarnigione.
Le notizie storiche sull’origine della torre e lo sviluppo del Castello non consentono di ricostruire con precisione le varie fasi costruttive se non collegandole al succedersi delle famiglie proprietarie dagli Orsini nel XIV secolo, ai D’Aquino nel XVII secolo sino ai Masciantonio nel XIX secolo. Infatti, sotto il dominio degli Orsini nel XIV e XV secolo accanto alla torre si sviluppa una struttura in stile gotico-lombardo di due piani, intorno ad un cortile interno, con una cisterna idrica.
Il piano inferiore era destinato agli ambienti di servizio e quello superiore alla residenza, mentre la torre viene suddivisa verticalmente in quattro vani con l’aggiunta di un coronamento aggettante, tipico dell’edilizia militare angioina. Il livello seminterrato è coperto con due crociere di mattoni posti a coltello e sorrette da tre pilasti in laterizio, addossati alle pareti perimetrali maggiori. Al vano si accede attraverso un portale ogivale ornato di pietra concia e dal lato nord-est mediante un’apertura architravata di collegamento diretto con i terrazzamenti esterni.
Gli Orsini dotarono il castello anche di una cappella palatina che costituisce il nucleo originario della chiesa di Santa Maria Maggiore, ponendovi come ornamento esterno due leoni, attualmente decapitati ed inclusi nella muraglia dell’Arco del Purgatorio.
La struttura del Castello si consolida con la famiglia D’Aquino nel XVII secolo con l’aggiunta di due corpi a quello già esistente, elevato di altri due livelli, che conclude la perimetrazione della corte interna. La costruzione di una rampa, sostenuta da quattro archi degradanti, collega il piano terra con quelli superiori.
Nel XIX secolo i Masciantonio trasformano il Castello in una residenza signorile, intervenendo sulla facciata con un rialzamento della linea di gronda e la successiva copertura a capriate a vista ed all’interno con l’adeguamento dei vani di residenza, con l’aggiunta di una scalinata marmorea e la sistemazione dell’ingresso principale, costituito da un portale sestiacuto a cui si giunge salendo una rampa addossata alla muraglia.
Il Castello Ducale e la Torre nel corso della seconda guerra mondiale furono utilizzati sia dall’esercito tedesco che da quello alleato come punto di avvistamento.
Attualmente il Castello Ducale e la Torre sono di proprietà comunale e sono stati dichiarati monumento nazionale.
Il Comune nel corso degli anni ha provveduto a numerosi lavori di restauro del Castello Ducale tra cui spiccano quelli della “Stanza del Silenzio” che ospita adesso una mostra permanente sui protagonisti del “Cenacolo Abruzzese”, abituali ospiti dell’On. Pasquale Masciantonio, tra cui D’Annunzio, Michetti, Tosti, Barbella, Scarfoglio, Serao ed altri, con l’esposizione di pannelli illustrativi delle singole personalità, nonché quelli della “Stanza D’Annunzio”, dove il Vate era sovente ospitato. Il Comune ha provveduto, altresì, ad intitolare la sala principale del Castello Ducale a “Pascal”, come era affettuosamente chiamato l’On. Pasquale Masciantonio nell’ambito del “Cenacolo Abruzzese”, nonché un’altra importante sala al Maggiore Lionel Wigram dell’Esercito Inglese che nel corso della seconda guerra mondiale svolse un ruolo determinate nel consentire la costituzione della gloriosa formazione partigiana “Brigata Maiella”.